Simao Amista

La falsificazione storica ci ha portato a dimenticare tutto ciò che era presente nel continente africano prima del colonialismo: facciamo un punto chiaro sulle religioni africane ed afrodiscendenti…

Cosa si intende per religioni tradizionali?

Con uno sguardo verso l’Africa, si intendono religioni nate in un contesto particolare, aerea geografica ed in un dato momento storico e soprattutto non importate.  Le cosiddette pre-islamiche e pre-cristiane, molto antiche con sistemi filosofici complessi che non si riescono a datare con precisione.

Il vodun è una delle più antiche e famose che assume diverse norme in base alla zona geografica. Nell’ambito delle filosofie spirituali/religiose tradizionali, troviamo per esempio nella cultura Yoruba: Ìṣẹ̀ṣe Làgbà o, più comunemente chiamato “Culto di Ifa”.

Le religioni tradizionali hanno in comune tutte il culto degli antenati, non solo dell’Africa occidentale quindi anche in Sud Africa, Congo, tutta la zona Bantu, Zulu, Ewe anche in Madagascar esse si basano sul culto degli antenati, unito al culto verso diverse altre divinità e esseri spirituali.

Un aspetto importante è che le religioni tradizionali e filosofie africane non sono politeiste nel senso stretto, ma credono tutte quante in una divinità creatrice, che viene ritenuta troppo “grande” e quindi distante dalle vicissitudini terrene delle persone, perciò si rivolge il culto a diverse divinità “intermedie” che possono essere interpellate. Sono quelle con cui  gli essere umani interagiscono per i loro bisogni, preghiere e nel loro rapporto con il sacro. 

In alcune zone come il Congo c’è il “Nkisi” che a seconda della tradizione si scrive in modo diverso, essendo culti tradizionali e legati ad una popolazione che può essere yoruba, gen, ewe hanno nomi molto vari e molto spesso non si sa quale sia il nome esatto, ma si sa che le varie etnie hanno una tradizione diversa. 

Le tradizioni religiose più conosciute (ed attraverso la tratta degli schiavi, più praticate) sono quelle che rendono culto ai Vodun ed agli Òrìṣà che sono tra le più antiche e tra le più diffuse nel mondo, al momento.

Erano religioni professate dai nostri antenati?

Questo tipo di religiosità sono professate da millenni da tutta la popolazione sub-sahariana anche nell’antico impero di Kemet, conosciuto come l’antico Egitto, e sono tutte documentate negli inizi dell’impero Egitto e anche prima, quindi sì erano professate da tutti gli antenati ed hanno differenze, ma si basano tutte sul culto degli antenati. 

 Alcune delle figure principali ed il loro ruolo:

Il Babalawo, il Babalorisa o la Iyanifa, la Iyalorisa Yoruba sono le figure intermediarie tra le persone e le divinità: quando arriva il punto di consultarsi, viene sottoposta una questione che viene analizzata attraverso degli strumenti fisici, queste personalità hanno una conoscenza dei codici divini e quindi interpretano i segni portando avanti una tradizione ben definita.

Queste figure hanno imparato a memoria le combinazioni di come le conchiglie, l’opele o altri strumenti divinatori possono cadere, e le varie chiavi di lettura (ve ne sono centinaia) in questo modo riescono ad interpretare i messaggi che le divinità vogliono far arrivare alla persona che decide di interpellarle per chiedere aiuto o un consiglio.  Ci sono intere famiglie volte al culto di una divinità specifica, nulla vieta di venerare un’altra divinità

Questi intermediari hanno strumenti diversi e formazioni e quello che hanno in comune è la conoscenza, derivata da anni di studio e preparazione spirituale, di interpretare messaggi delle divinità e antenati ed hanno la capacità di tradurlo a chi li interpella.

Un’altra figura costante sono i sacerdoti e/o le sacerdotesse: ministri del culto ed alcune volte intermediari, ma in realtà il loro ruolo è soprattutto dirigere la comunità.

Un’altra figura sempre presente è l’artigiano specializzato a realizzare gli strumenti che servono per i rituali.

In quali luoghi si mantengono le stesse tradizioni e come?

Nigeria, Africa dell’Ovest quasi tutta, Mozambico, Sud Africa, Congo diciamo che una parte di queste tradizioni è rimasta in quasi tutta l’Africa sub-sahraiana, ma ha perso molto potere e valore, ad ora chi si rivolge a queste religioni lo nasconde e non lo dice. 

Una persona preferisce dichiararsi musulmano o cristiano e poi ricorre anche a questi riti, il numero delle persone è sottostimato, ma è difficile che ci sia una nazione dove non si praticano. 

Ufficialmente solo il Benin aggiunge il vodun come religione ufficiale.

Qual è la visione delle religioni tradizionali e perché non si professano?

Le religioni che derivano dal colonialismo, islam e cristianesimo sono il 90% delle cause che hanno portato alla demonizzazione delle religioni tradizionali.

La seconda è molto attuale perché purtroppo vengono viste come ciarlatane perché molte persone sfruttano questo ambiente per trarne soldi.

A questo tipo di filosofie si è tolto tutto quello che è la conoscenza, soprattutto in Africa, sono religioni conosciute molto in America piuttosto che nei luoghi dove sono effettivamente nate, quindi molto spesso queste persone non conoscono cosa ci sia dietro, conoscono la parte fisica ed è per questo che vanno in chiesa e moschea a pregare e quando hanno un problema pratico si recano da queste persone. 

Si è collegato tutto ciò che è etico ad altre cose ed invece pratico alle regioni tradizionali. 

Quando uno si approccia a queste religioni conoscendo la sua tradizione, base filosofiche diventa un cammino spirituale, con benefici fisici e pratici.

Cosa mi dice della rappresentazione che ne viene data in alcun film africani e sopratutto quali sono i passi per procedere verso questo cammino spirituale.

Il cammino di ogni persona è individuale anche se c’è una comunità.

Come in ogni cosa nella vita c’è chi ne fa un uso buono e altri che utilizzano delle tradizioni per degli scopi negativi come quelli legati alla malavita che minacciano le persone con la pazzia ed in quel caso già si parla di quel famoso “Juju” di cui sentiamo parlare, con cui molte donne sotto minaccia vengono in Italia finendo anche nel circolo della prostituzione.

Per quanto riguarda i film basti pensare che alcuni possono essere finanziati anche da chiese pentecostali quindi si capisce cosa ci sia sotto.

Se uno volesse intraprendere questo percorso, in base all’etnia in base al territorio, sacerdoti e intermediari affidabili sono persone conosciute e rispettate che lavorano da anni. Christphorrei Vancu Jovi afferma che una persona che è rispettata e che non è un furfante in questo mondo si riconosce perché sono le persone che vengono indirizzate a lui e non il contrario.

In quali luoghi invece sono nate delle religioni “sincretiche”?

Questo è un fenomeno tipico delle Americhe perché deriva da vari fattori, il primo è dato dalle deportazione schiaviste che ha fatto sì che molte persone fossero deportate dall’Africa e all’America e all’inizio non potevano far vedere che praticavano i loro culti dagli schiavisti.

Tutte queste persone schiavizzate una volta costrette a cristianizzarsi hanno adoperato un escamotage per continuare a praticare i loro culti, utilizzando per esempio le statue dei santi “sincretizzandole” con le loro divinità. 

Le persone che le professavano si mettevano davanti alle statue ma non parlavano con i santi cattolici, ma con altre divinità ed era talmente radicata questa pratica che in alcune zone veniva appunto chiamata Santeria come a Cuba, quindi i coloni vedevano queste persone pregare, piuttosto che con la bibbia e croce, pregavano i santi e li accusavano di Santeria ed è rimasto il termine, in realtà con un’accezione negativa, quindi è preferibile usare termini come “Lukumi” oppure “Regla de Ocha”. 

Alcuni ancora pregano le statue dei santi anche se non è più illegale, e alcune feste coincidono con le feste delle divinità africane.

C’è anche un altro sincretismo, ovvero quello afrocentrico, molto spesso gli schiavi venivano messi in un’altra zona e divisi e quello che non sapevano i coloni era che la base culturale e spirituale dell’africa subsahariana era la stessa ed essendo questi culti inclusivi e non pretendendo di avere una verità esclusiva, molto spesso si venerano insieme dei degli yoruba e altri divinità Bantu e Ewe.

Era una cosa comune anche in Africa, quando una comunità veniva conquistata la religione non era imposta e spesso includevano le divinità degli sconfitti con le loro, era un abominio abolire le divinità degli altri, più sacro di ogni sconfitta e vittoria e quindi c’è stato un sincretismo anche in Africa, ma in America è stato esponenziale. 

Per questo non è stato difficile includere anche quelli cristiani, ma oggi quelli che hanno una concezione solida li escludono perché sono simbolo di una sottomissione.

C’è un ritorno a questa tipologia di religioni? 

Il problema è che molto spesso non c’è dialogo su questa cosa ed è il capolavoro del colonialismo, quando una popolazione si auto-discrimina e non c’è il colonizzatore a doverti discriminare, c’è un capolavoro perché deve fare metà del lavoro, è per questo che molte persone , afrodiscendenti, pensano che approcciarsi alle religioni tradizionali sia peccato e come si fa pace con questo sentimento? Nonostante sia difficile molti afrodiscendenti e africani stanno tornando a riscoprire le loro radici culturali e spirituali ed è un fattore salutare perché non è utile autodiscriminarsi.

Se non conosci la tua storia, se non sai da dove vieni non sai dove andrai…

Una volta una persona che mi disse: la nostra cultura, non è una cultura statica, è dinamica, è una cosa stupida definirla arretrata è semplicemente legata alla tradizione. 

È naturale per le culture andare avanti, ma bisogna ricordarsi che ogni volta che facciamo un passo in avanti è il piede che sta dietro che ci sorregge. 

Conoscere è la prima cosa, tu puoi decidere solo se conosci, se fai luce sul buio che altri hanno messo sul tuo passato. 

Molto probabilmente chi nasconde le radici ha paura del frutto

David Dias

E tu chi sei?

Sono Simao Amista, dopo gli studi antropologici, ho intrapreso un cammino verso le religioni afrodiscenti e poi attraverso l’apprendimento dell’arte rituale tradizionale ho studiato i riti che sono alla base dei culti afrodiscendenti.

Sono quindi un antropologo, italo afro brasiliano e la mia tradizione è quella yoruba….

Contenuti in italiano per approfondire:

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